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venerdì 5 giugno 2009

Lo Scorpione Fedele

Un giorno, un eremita stava facendo il bagno nel Gange, quando vide uno scorpione. «Ecco Dio che si è dato il nome e la forma di uno scorpione», pensò tra sé, preso dall'impulso di salvare dall'acqua la bestiola. E così, lo prese nel palmo della mano, ma, quando lo scorpione lo punse, egli lo lasciò cadere nell'acqua. Scosso dal rimorso, lo tirò fuori di nuovo, e lo scorpione lo punse ancora, ripetutamente, per cinque o sei volte. L'eremita, però, persisteva nella sua missione misericordiosa, finché, alla fine, riuscì a farlo cadere sulla terraferma, in modo che l'aracnide potesse proseguire vivo e contento per la sua strada.

Molta gente, che aveva assistito alla scena, derise l'asceta per la sua com­prensione esageratamente stupida. L'eremita si giustificò dicendo che lo scorpio­ne gli aveva insegnato una lezione e che, perciò, gliene era grato.

«Che lezione?», gli chiesero i presenti.

«Questa: attenersi alla propria natura, in qualunque circostanza!»

La natura dello scorpione è quella di pungere, senza tener conto del chi o del quando. Così la natura dell'uomo è di raggiungere la saggezza. La gioia è l'essenza dell'uomo, l'amore è il fluido del plasma che lo sostiene, la pace è la vi­sione che lo guida e sorregge. Ecco la ragione per cui nelle Upanishad si definisce l'uomo "figlio dell'Immortalità", senza nascita, senza morte.

Racconti e Parabole di Sai Baba - Vol.1
Mother Sai Publications

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