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venerdì 19 giugno 2009

Reincarnazione - Guarisci te stesso conoscendo le vite precedenti

http://www.coloridellavita.com/libri.cfm?lib=2

La nostra vita comincia con la nascita? Dopo la morte lo spirito entra in un nuovo corpo? Siamo costretti a reincarnarci o possiamo scegliere? Quali leggi regolano la trasmigrazione dell'anima? Si vivono molte vite? Secondo la teoria della reincarnazione la risposta è affermativa: sì! Questa non è né la prima né l'ultima volta che abbiamo un corpo, la vita non comincia con la nascita e non termina quando il corpo fisico cessa di funzionare. Questo libro vi aiuterà a capire meglio il misterioso e tanto spesso frainteso fenomeno della reincarnazione - una realtà essenziale nel plasmare il destino di ognuno di noi. Oggi due terzi dell'umanità credono nella reincarnazione e anticamente questa idea era facilmente accettata da tutte le popolazioni del pianeta, quindi sarebbe un grave errore considerare la reincarnazione un'esotica teoria orientale lontana dalla nostra cultura, dato che una volta era presente anche qui in occidente. Nel corso dei secoli molte verità spirituali, ritenute scomode, sono state soppresse dalle autorità gerarchiche al potere, così riscoprirle vuol dire restituire all'umanità un'importante conoscenza perduta. Questa precisazione è necessaria per far capire che il discorso sulla reincarnazione oltre che essere di grande attualità è anche antico quanto la storia del mondo. Voltaire diceva che l'idea della metempsicosi, la trasmigrazione dell'anima, è forse il dogma più antico dell'universo conosciuto. Inizio il libro rispondendo ad alcune classiche domande sulla reincarnazione, seguite da una spiegazione di concetti chiave che compaiono in ogni discorso sulla reincarnazione. Senza dare definizioni limitanti tratteggio per ogni punto un'argomentazione che rispecchia l'essenza di questo libro, ovviamente favorevole all'idea della reincarnazione. Scoprirete che molti personaggi storici erano sostenitori di questa teoria e che i riferimenti storici alla reincarnazione hanno più di 5000 anni.

Sito web http://www.cerquetti.org/
ISBN 88-256-1394-6
Editore Laris

Perche' le persone gridano quando sono arrabbiate?

http://www.coloridellavita.com/riflessioni.cfm?tid=334

Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
"Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?"
"Gridano perché perdono la calma" rispose uno di loro. "Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore.
"Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare:
"Allora non è possibile parlargli a voce bassa?" Varie altre risposte furono date ma nessuna
convinse il pensatore.
Allora egli esclamò:
"Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando
due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade
quando due persone che si amano si avvicinano."
Infine il pensatore concluse dicendo:
"Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."

mercoledì 17 giugno 2009

Gustavo Adolfo Rol

http://www.coloridellavita.com/personaggi.cfm?pid=36

Gustavo Adolfo Rol nasce a Torino il 20 giugno 1903 da famiglia agiata. Il padre, Vittorio, è un avvocato che nel 1909 è incaricato di aprire e dirigere la sede di Torino della Banca Commerciale Italiana.

Gustavo cresce in un ambiente ricco e colto, frequenta sin da giovane le famiglie più in vista della città, si interessa alle arti, entrando in relazione con vari artisti ed iniziando presto a cimentarsi nella pittura e nella musica.

Nel 1923 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Torino, dove si laureerà nel 1933. Sia la scelta del corso universitario in legge, sia la carriera bancaria che intraprende nel 1925 avvengono per adeguamento alle tradizioni familiari. Rol fa pratica presso le filiali della COMIT in giro per l'Europa: Marsiglia, Parigi, Londra ed Edimburgo sono le città in cui vive e lavora.

Racconterà in seguito di avere incontrato durante il soggiorno a Marsiglia (1925-1926) un personaggio, originario della Polonia, che gli mostra alcuni giochi con le carte e che, inizialmente scettico sull'esistenza di Dio, si convertirà e si ritirerà in un convento dopo aver assistito con lo stesso Rol a una guarigione a Lourdes, che in un primo tempo aveva ritenuto una grande mistificazione. In seguito a questo incontro Rol approfondisce i suoi studi spirituali e elabora una teoria di carattere metafisico sull'associazione tra suoni, colori e altri elementi.

Nel 1927, a Parigi, scrive: «Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla!». Da questo momento attraversa una crisi esistenziale, fino al punto di ritirarsi in un convento.

Aiutato dalla madre, ritorna alla vita laica, e decide di mettere in pratica le proprie "possibilità". A partire dagli anni trenta la sua fama si diffonde nei circoli dell'aristocrazia, della cultura e della politica. Gli si attribuiscono incontri con personaggi del mondo della politica tra cui Benito Mussolini, dello spettacolo, dell'arte e della scienza, in alcuni casi non ancora documentati. Sono invece accertate, tra le altre, l'amicizia con Federico Fellini, Franco Zeffirelli, Cesare Romiti e la frequentazione della famiglia Agnelli. Tuttavia Rol mantiene sempre un profilo riservato e appare raramente in pubblico. Rol durante la seconda guerra mondiale Rol è ricordato nella seconda guerra mondiale per aver salvato molte persone durante i rastrellamenti nazisti subito dopo l 8 di settembre

Napoleone rappresenta per tutta la sua vita un personaggio molto significativo, questa forte passione lo spinge alla raccolta di un grande numero di cimeli.

Muore il 22 settembre 1994. Tra quella data e il centenario dalla nascita (2003) sono uscite ben 13 monografie su di lui.


La questione dei fenomeni paranormali

Un lungo articolo dello scrittore Dino Buzzati sul Corriere della Sera nel 1965, e poi una serie di articoli nel 1977 sul settimanale Gente del giornalista Renzo Allegri lo rendono noto al grande pubblico. Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ‘70 studiosi di parapsicologia lo avevano invitato a sottoporsi ad esame dalle pagine delle riviste Metapsichica (1966-1970) e Quaderni di Parapsicologia (1970). Agli articoli sulla rivista segue nel 1978 una prima pagina sul quotidiano La Stampa. Gli articoli di Gente, con alcune modifiche e l’aggiunta di altro materiale, usciranno nel 1986 come la prima biografia di Rol (Rol l'Incredibile, poi diventato Rol il Mistero).

Una prima critica viene formulata da Piero Angela all'interno del libro Viaggio nel mondo del paranormale, un'inchiesta sui fenomeni paranonormali, nel quale i fenomeni prodotti da Rol vengono giudicati trucchi illusionistici, pur non avendo il giornalista alcuna competenza in questa materia. Della stessa opinione anche lo scienziato torinese Tullio Regge, che in seguito avrebbe fondato con Angela il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale (CICAP) . Sia Regge che Angela concordano sul fatto che solo un esperimento effettuato in condizioni di controllo, con la presenza di un prestigiatore per evitare la possibilità di un trucco, e replicabile, avrebbe consentito di accertare la reale natura paranormale dei fenomeni che si producevano con Rol. Ma Rol rifiutò per tutta la vita questa richiesta, sotenendo il fatto che molti dei "prodigi" da lui svolti non si potevano replicare in modo continuo e uguale, quindi non erano completamente misurabili col metro scientifico.

Nel libro Torino città magica di Giuditta Dembech, lo stesso Rol riferisce il resoconto di una visita ricevuta da Regge: "È venuto da me Tullio Regge, era accompagnato dalla moglie, da un professore di medicina, molto famoso e da un'altra persona. Hanno portato loro delle carte, non si è mai utilizzato nulla di mio. Durante lo svolgersi dell'esperimento mi hanno fatto stare con le mani dietro allo schienale della mia sedia. Non ho mai toccato nulla. Regge mescolava le carte tenendole nascoste sotto al tavolo. Io gli ho detto: "Pensi ad una carta. La pensi soltanto, non la cerchi". "L'ho pensata" "Allora metta il suo mazzo sul tavolo" "Posso cambiare la carta che ho già pensato? sceglierne un'altra?" "Certamente, la cambi pure..." "Allora va bene, ne ho scelta un'altra" "Mescoli ancora le sue carte". Io avevo sempre le mani dietro allo schienale della sedia. "Ora posi le carte sul tavolo e tagli pure nel punto che preferisce..." Salta fuori l'asso di fiori."È quella che ho pensato in un secondo momento... Lo rifaccia!" "Non posso rifarlo, io non sono Dio che può ripetere all'infinito. L'esperimento è venuto ma io non posso rifarlo..." "Ma io non posso ammetterlo. Bisognerebbe che si facesse esaminare da un prestigiatore, essere certi che noi non siamo tutti stati suggestionati, o che lei abbia fatto qualcosa di cui non ci siamo accorti... Scientificamente io non posso ammettere una cosa simile...».

Il noto prestigiatore Silvan cercò invano di farsi ricevere da Rol. Nel corso della trasmissione televisiva TG l'una del 1978, Silvan ripetè gli esperimenti di Rol (come per esempio una firma tracciata in aria che appare misteriosamente su una carta in un mazzo sigillato, la lettura di un libro chiuso), cercando di dimostrare, senza averli mai visti, che nessuno di questi fenomeni richiedesse l'intervento di doti paranormali. Lo stesso Silvan, però, tempo addietro aveva chiamato Rol in privato, pregandolo di rivelargli il segreto per produrre i suoi fenomeni con i soli poteri dello spirito.

Il prestigiatore Tony Binarelli, così come due prestigiatori dilettanti, Carlo Buffa di Perrero e Giuseppe Vercelli, che hanno assistito agli esperimenti a casa di Rol, hanno riferito di non aver riscontrato alcun trucco. Il noto illusionista Alexander, che ha conosciuto Rol, sostiene che "se le condizioni riferite da decine di testimoni sono proprio quelle» (ovvero, Rol non toccava le carte), "allora nessun prestigiatore sarebbe in grado di riprodurre gli esperimenti di Rol», almeno per quanto attiene alle carte. Il presidente del circolo "Amici della magia" di Torino, Marco Aimone, ha raccontato invece di aver potuto vedere Rol in azione in un ristorante e di aver riconosciuto una tecnica di mentalismo.

Mariano Tomatis, esperto di mentalismo e collaboratore del CICAP ha analizzato in una biografia di Rol buona parte delle testimonianze pubblicate fino al 2002, concludendo che numerosi elementi facevano pensare che Rol fosse un prestigiatore. Opinioni analoghe sono state espresse da uno dei principali parapsicologi italiani, Piero Cassoli, che elencò in un articolo di Quaderni di Parapsicologia gli elementi che lo portavano a concludere di trovarsi di fronte ad un prestigiatore, avendo Rol eluso l'invito ad un secondo incontro con lui. A favore della veridicità dei poteri di Rol si sono invece espressi altri esponenenti della parapsicologia, come Gastone De Boni (direttore della rivista Luce e Ombra), Massimo Inardi (co-direttore, con Cassoli, del Centro studi parapsicologici di Bologna), Giorgio Di Simone (direttore del Centro italiano di parapsicologia di Napoli, che ha anche scritto una biografia di Rol) e Nicola Riccardi.

I sostenitori della realtà dei fenomeni prodotti da Rol sottolineano che la grande maggioranza degli scettici è composta da persone che non assistettero mai agli esperimenti, mentre i critici ribattono che questo avvenne proprio perché Rol non invitava le persone che volevano metterlo alla prova e che avrebbero potuto scoprirne i trucchi, sebbene in alcuni casi questo non sia successo, come provano le ttestimonianze di Binarelli, Buffa di Perrero e Vercelli.

In occasione del centenario della nascita giugno 2003 gli è stata dedicata una puntata della trasmissione Porta a Porta su Rai Uno e il quotidiano La Stampa gli ha inoltre riservato una pagina intera. Il 28 marzo 2007 il giornalista Corrado Augias ha dedicato a Rol una puntata della sua trasmissione Enigma.

La maggior parte degli autori che ha scritto un libro su questo personaggio sostiene l'autenticità dei suoi poteri, mentre i libri di Maria Luisa Giordano e Catterina Ferrari ne tratteggiano soprattutto il carattere, senza insistere sugli aspetti paranormali della sua vita.

Ad un primo tentativo di analisi da parte di Giorgio Di Simone, hanno fatto seguito quella di Maurizio Bonfiglio, Mario Pincherle e Vincenzo Mercante, quest'ultimo proponendo un parallelo tra Rol e padre Pio da Pietrelcina. Inoltre Franco Rol, nipote di un cugino di Gustavo, ha aperto il primo sito web nel 2000 in sua difesa e per far conoscere il suo insegnamento. A questo scopo ha costituito la Società europea di neuroteologia (SENT). Il sito è in netta contrapposizione nei confronti del CICAP (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale), a cui appartengono alcuni dei critici.

Il pensiero

Rol sosteneva l'esistenza dell'anima, nel senso della natura immortale dell'uomo. Mentre l'anima, una volta lasciato il corpo, ritorna a Dio, ciò che Rol chiamava "spirito intelligente» si distingue invece nel continuare ad essere presente sulla terra, anche dopo la morte. In senso più ampio, per Rol "ogni cosa ha il proprio spirito», nel quadro di una visione del mondo pervaso di una "armonia universale», ma solo lo spirito che pervade l'uomo è "intelligente», in quanto provvisto di coscienza e di capacità creative.

Rol affermava di poter entrare in contatto con "spiriti intelligenti», e che essi partecipassero ai suoi esperimenti, durante i quali egli entrava in contatto con loro, agendo "con spontaneità, quasi sotto l'impulso di un ordine ignoto».


Bibliografia

  • Renzo Allegri. Rol il grande veggente. Mondadori, 2003.
  • Maurizio Bonfiglio. Il pensiero di Rol. La Teoria dello Spirito Intelligente. Ediz. Mediterranee, 2003.
  • Maurizio Bonfiglio. Rol. L'uomo, il mistero, la vita. documentario DVD, regia di Maurizio Leone, Aries s.r.l, 2005
  • Giuditta Dembech. Gustavo Adolfo Rol. Scritti per Alda. L'Ariete, 1999.
  • Giuditta Dembech. Gustavo Adolfo Rol. Il grande precursore. L'Ariete, 2005.
  • Giorgio Di Simone. Oltre l'umano. Gustavo Adolfo Rol. Reverdito Edizioni, 1996.
  • Gustavo Adolfo Rol. "Io sono la grondaia..." Diari, Lettere, Riflessioni di Gustavo Adolfo Rol. a cura di Catterina Ferrari. Giunti, 2000.
  • Catterina Ferrari (a cura di). Diario di un capitano degli alpini. Gustavo Adolfo Rol. Musumeci Editore, 2003.
  • Gustavo Adolfo Rol. La Coscienza Sublime. L'incontro con la poetessa Elda Trolli Ferraris, a cura di M.L. Giordano e G. Ferraris di Celle, L'Età dell'Acquario, 2006
  • Luciana Frassati. L'impronta di Rol. Daniela Piazza Editore, 1996.
  • Maria Luisa Giordano. Rol mi parla ancora. Sonzogno, 1999.
  • Maria Luisa Giordano. Rol e l'altra dimensione. Sonzogno, 2000.
  • Maria Luisa Giordano. Rol. Una vita per immagini. ed. Età dell'Acquario, 2005.
  • Remo Lugli. Gustavo Rol. Una vita di prodigi. Mediterranee, 1995.
  • Vincenzo Mercante. Il Mistero e la Fede. Gustavo Rol e Padre Pio da Pietrelcina. Edizioni Segno, 2006.
  • Mario Pincherle. Il segreto di Rol. EIFIS, 2005.
  • Maurizio Ternavasio. Gustavo Rol. La vita, l'uomo, il mistero, L'Età dell'Acquario, 2002
  • Maurizio Ternavasio. Gustavo Rol. Esperimenti e Testimonianze. L'Età dell'Acquario, 2003.
  • Mariano Tomatis. Rol, Realtà O Leggenda?. Avverbi, 2003.

Il Valore del Tempo

http://www.coloridellavita.com/riflessioni.cfm?tid=339

Per scoprire il valore di un anno, chiedilo a uno studente che è stato bocciato all'esame finale.
Per scoprire il valore di un mese, chiedilo a una madre che ha messo al mondo un bambino troppo presto.
Per scoprire il valore di una settimana, chiedilo all'editore di una rivista settimanale.
Per scoprire il valore di un'ora, chiedila agli innamorati che stanno aspettando di vedersi.
Per scoprire il valore di un minuto, chiedilo a qualcuno che ha appena perso il treno, il bus o l'aereo.
Per scoprire il valore di un secondo, chiedilo a qualcuno che è sopravvissuto a un incidente.
Per scoprire il valore di un millisecondo, chiedilo ad un'atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d'argento.
Il tempo non aspetta nessuno...
Raccogli ogni occasione che ti si presenta, perché ha un grande valore!

martedì 16 giugno 2009

Muhammad Yunus


Muhammad Yunus (in lingua bengalese: Muhammod Iunus) (Chittagong, 28 giugno 1940) è un economista e banchiere bengalese.

È ideatore e realizzatore del microcredito, ovvero di un sistema di piccoli prestiti destinati ad imprenditori troppo poveri per ottenere credito dai circuiti bancari tradizionali. Per i suoi sforzi in questo campo ha vinto il premio Nobel per la Pace 2006. Yunus è anche il fondatore della Grameen Bank, di cui è direttore dal 1983.

Gli studi

Yunus consegue la Laurea in Economia presso l’Università di Chittagong (Bangladesh) e in seguito il Dottorato di Ricerca in Economia presso l'Università Vanderbilt di Nashville (Tennessee, U.S.A.) nel 1969. È stato professore di Economia presso la Middle Tennessee State University, U.S.A., dal 1969 al 1972, quindi direttore del Dipartimento di Economia dell’Università di Chittagong (Bangladesh) dal 1972 al 1989.

Verso la metà del 1974 il Bangladesh fu colpito da una violenta inondazione, a cui seguì una grave carestia che causò la morte di centinaia di migliaia di persone. Il paese è periodicamente devastato da calamità naturali e presenta una povertà strutturale in cui il 40% della popolazione non arriva a soddisfare i bisogni alimentari minimi giornalieri. Fu in quest'occasione che Yunus si rese conto di quanto le teorie economiche che egli insegnava fossero lontane dalla realtà. Decise, dunque, di uscire nelle strade per analizzare l’economia di un villaggio rurale nel suo svolgersi quotidiano. La conclusione che egli trasse dall'analisi fu la consapevolezza che la povertà non fosse dovuta all'ignoranza o alla pigrizia delle persone, bensì al carente sostegno da parte delle strutture finanziare del paese. Fu così che Yunus decise di mettere la scienza economica al servizio della lottà alla povertà, inventando il microcredito.

Il suo primo prestito fu di solo 27 dollari USA, che prestò ad un gruppo di donne del villaggio di Jobra (vicino all'Università di Chittagong), che producevano mobili in bambù. Esse erano costrette a vendere i prodotti del loro lavoro a coloro dai quali avevano preso in prestito le materie prime ad un prezzo da essi stabilito. Questo riduceva drasticamente il margine di guadagno di queste donne e le condannava di fatto alla povertà. D'altra parte, le banche tradizionali non erano (e non sono) interessate al finanziamento di progetti tanto piccoli che offrivano basse possibilità di profitto a fronte di rischi elevati. Soprattutto le banche non avevano alcuna intenzione di concedere prestiti a donne, tanto più se non potevano offrire garanzie.

Yunus e i suoi collaboratori cominciarono a battere a piedi centinaia di villaggi del poverissimo Bangladesh, concedendo in prestito pochi dollari alle comunità, somme minime che servivano per attuare iniziative imprenditoriali. Tale intervento ha avviato un circolo virtuoso, con ricadute sull'emancipazione femminile, avendo Yunus fatto leva sulle donne affinché fondassero cooperative che coinvolgessero ampi strati della popolazione.

Il "sistema Yunus" ha provocato un cambiamento di mentalità anche all'interno della Banca Mondiale, che ha cominciato ad avviare progetti simili a quelli della Grameen. Il microcredito è diventato così uno degli strumenti di finanziamento utilizzati in tutto il mondo per promuovere lo sviluppo economico e sociale, diffuso in oltre 100 Stati, dagli Stati Uniti all'Uganda. "In Bangladesh, dove non funziona nulla - disse una volta Yunus - il microcredito funziona come un orologio svizzero".

La Grameen Bank

Nel 1976 Yunus fondò la Grameen Bank, prima banca al mondo ad effettuare prestiti ai più poveri tra i poveri basandosi non già sulla solvibilità, bensì sulla fiducia.

Da allora, la Grameen Bank ha erogato più di 5 miliardi di dollari ad oltre 5 milioni di richiedenti. Per garantirne il rimborso, la banca si serve di gruppi di solidarietà, piccoli gruppi informali destinatari del finanziamento, i cui membri si sostengono vicendevolmente negli sforzi di avanzamento economico individuale ed hanno la responsabilità solidale per il rimborso del prestito.

Con il passare del tempo la Grameen Bank ha realizzato soluzioni diversificate per il finanziamento delle piccole imprese. Oltre al microcredito, la banca offre mutui per la casa e per la realizzazione di moderni sistemi di irrigazione e di pesca, nonché servizi di consulenza nella gestione dei capitali di rischio e, alla stregua di ogni altra banca, di gestione dei risparmi.

Il successo della Grameen ha ispirato numerosi altri esperimenti del genere nei paesi in via di sviluppo e in numerose economie avanzate. Il modello del microcredito ideato dalla Grameen è stato applicato in oltre 20 Paesi in Via di Sviluppo: molti di questi progetti, come avviene per la Grameen stessa, sono imperniati soprattutto intorno al finanziamento di imprese femminili. Più del 90% dei prestiti della Grameen è infatti destinato alle donne: tale politica è motivata dall'idea che i profitti realizzati dalle donne siano più frequentemente destinati al sostentamento delle famiglie.

Premi ricevuti

1978 - Vincitore del President's Award, Bangladesh
1984 - Vincitore del Ramon Magsaysay Award, Filippine
1985 - Vincitore del Bangladesh Bank Award, Bangladesh
1987 - Vincitore del Shwadhinota Dibosh Puroshkar (Independence Day Award), Bangladesh
1989 - Vincitore del Aga Khan Award For Architecture, Svizzera
1993 - Vincitore del CARE Humanitarian Award
1994 - Vincitore del World Food Prize
1996 - Vincitore del Simón Bolívar Prize dell'UNESCO
1998 - Riceve il Prince of Asturias Award
1998 - Vincitore del Sydney Peace Prize
2004 - Laurea Honoris Causa dall'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
2004 - Vincitore del premio del giornale The Economist per l'innovazione sociale ed economica.
2006 - Riceve un dottorato onorario dalla American University of Beirut
2006 - Vincitore del Mother Teresa Award, Kolkata, India
2006 - Vincitore dell'ottavo Seoul Peace Prize
2006 - Vincitore del Premio Nobel per la pace, assieme alla Grameen Bank
2008 - Laurea honoris causa conferita dalla facoltà di Scienze Politiche, indirizzo Cooperazione e Sviluppo della Sapienza di Roma

L'Indirizzo Sbagliato

Un Rabbino stava tenendo le sue lezioni sul Torah, la sacra scrittura Ebraica, a un piccolo gruppo di giovani studenti ebrei. Un giorno, durante i loro studi, essi trovarono una frase che diceva: “La persona realmente evoluta e solo quella che continua a sorridere nel mezzo delle più grandi difficoltà.”

I giovani studenti ebbero qualche difficoltà ad accettare questa affermazione ed il suo reale significato. “Se noi siamo realmente in difficoltà, come ci è possibile sorridere in queste condizioni?” chiesero al Rabbino.

Il Rabbino si tolse gli occhiali e guardò pensierosamente i suoi giovani studenti. “Ad essere veramente onesto con voi” disse, “io stesso non so rispondere a questa domanda. La verità è che anch'io non so sorridere quando mi trovo in difficoltà. In quei momenti mi sembra di non ricordare come fare a sorridere.”

Il silenzio prevalse nella classe in quanto l'insegnante e gli studenti stavano riflettendo sulla questione. Il Rabbino, dopo la pausa, continuò: “Comunque, io credo ci sia qualcuno che può darvi la risposta.” Egli continuò dicendo ai suoi studenti di un uomo anziano che viveva nella loro città, non lontano dalla sinagoga. E' stato un bambino abbandonato, un orfano. Quando crebbe, entrambe le sue gambe furono paralizzate in un incidente. La sua vita è stata tutta una lotta, una saga di dolore e sofferenza. “Ciò nonostante,” concluse il Rabbino, “ha sempre un amorevole sorriso sulle labbra! Egli è un meraviglioso essere vivente. Voi dovete andare da lui e chiedergli di rispondere alla nostra domanda.”

Gli studenti rimasero stupefatti nel sentire di questo uomo coraggioso. In gruppo essi andarono e bussarono alla sua porta. La porta fu aperta dall'uomo stesso che si muoveva velocemente su una sedia a rotelle. Egli accolse cordialmente i giovani studenti e chiese loro il motivo della loro visita.

“Signore, è a causa di questo testo che noi stavamo discutendo in classe” disse titubante uno di loro. “E' su come una persona deve continuare a sorridere tra le più grandi difficoltà della vita. Il Rabbino ci ha detto che tu sei la miglior persona per parlarci di ciò.” “Rispondici, per favore” aggiunse un altro. “Come fai a continuare a sorridere tra così tanto dolore e sofferenza?”

“Sono dispiaciuto, voi siete venuti all'indirizzo sbagliato!” rispose il vecchio uomo, con genuina sorpresa. “Ho 73 anni e in tutti questi anni non ho mai dovuto incontrare alcuna difficoltà! Il Signore è sempre stato buono con me e mi ha sempre protetto nella Sua misericordia. Come posso io insegnare a voi come sorridere tra le difficoltà?” Questo fu davvero un uomo che visse in stretta vicinanza con Dio!

Nei momenti di difficoltà non dite mai: “Dio, ho un grosso problema!”

Dite, invece: “Hey problema, io ho un grande Dio!” e ogni cosa andrà per il meglio.

lunedì 15 giugno 2009

Osho Rajneesh


Rajneesh Chandra Mohan Jain, meglio conosciuto durante gli anni Settanta come Bhagwan Shree Rajneesh e più tardi come Osho (Kuchwada, 11 dicembre 1931 – Pune, 19 gennaio 1990), è stato un filosofo e leader carismatico e Maestro spirituale indiano.

Ha vissuto in India e negli Stati Uniti ed è stato il fondatore e leader del "Movimento Osho-Rajneesh" (Osho-Rajneesh movement), un controverso movimento spirituale i cui seguaci sono noti come "arancioni", o come "neo-sannyasin" (sanya-sa in hindi significa asceta) da non confondere peraltro con gli Hare-Krishna per l'identità di colore degli abiti indossati.
Indice

L'infanzia

"Osho nasce a Kuchwada, In India Centrale, l'11 dicembre 1931. Egli ha raccontato come il periodo dell'infanzia ebbe grande influenza sulla sua crescita, perché in casa dei nonni questi gli diedero la massima libertà e gli dimostrarono grande rispetto. Fu lasciato senza cure particolari nè restrizioni o alcun tipo di educazione imposta. Come egli stesso ebbe a dire, i bambini, durante i primi sette anni, vengono influenzati in maniera negativa dall'esser forzati ad imparare e dal negare loro la dignità: "se ad un bambino nei suoi primi anni è permessa la libertà, crescerà forte e abbastanza intelligente da decidere e discutere, e potrà auto-educarsi". Se un bambino riceve rispetto, afferma Osho, è più obbediente verso i genitori; se i genitori ignorano la sua individualità, il bambino a sua volta li ignorerà.

L'"illuminazione" e le prime comunità

Il 21 marzo 1953, all'età di ventun anni, dopo un intenso periodo ebbe l'esperienza dell'"Illuminazione", quella in cui si raggiunge il più alto grado di consapevolezza, dove " la goccia si fonde nell'oceano, nell'attimo stesso in cui l'oceano si riversa nella goccia". E' il momento della suprema comprensione, della caduta di tutti i veli che impediscono la chiara visione della realtà. Convinto dell'importanza di ciò che aveva acquisito, da allora volle invitare ogni individuo a condividere la sua esperienza. Cominciò così a viaggiare per l'India, istituendo dibattiti e convegni e attirando migliaia di persone.

Conclusi gli studi, insegnò al Sanskrit College di Raipur e successivamente negli anni '60 ottenne la cattedra di filosofia alla università di Jabalpur. Nel 1969 un gruppo di discepoli stabilì una fondazione in supporto al suo lavoro, permettendogli di lasciare il lavoro universitario. Iniziò a proporre le sue tecniche di meditazione con l'intento, condiviso da antiche tradizioni, di raggiungere una maggiore consapevolezza di sé, che per Osho e per la corrente spirituale di cui lui è stato l'iniziatore si può concretizzare in quello che in Oriente viene chiamato il "risveglio" interiore. Il 26 settembre del 1970 iniziò il suo primo discepolo ( o sannyasin) durante una meditazione all'aperto, uno dei grandi incontri in cui dava conferenze e guidava meditazioni di gruppo.

Nel 1974 si trasferì a Puna dove fondò il suo ashram, centro di comunità spirituale e dove intensificò i discorsi offrendo degli spunti per cogliere il Silenzio da cui ha origine la consapevolezza. Qui il flusso di visitatori, in particolar modo quelli occidentali, diventò inarrestabile. Alla fine degli anni '70 l'ashram di Puna ospita il Centro di terapia e di crescita interiore più grande del mondo, dove migliaia di persone accorrono per partecipare a gruppi terapeutici e a corsi di meditazione, per ascoltare il discorso giornaliero tenuto al mattino da Osho, ora chiamato Bhagwan, oppure partecipare al darshan (incontro col Maestro) serale.

La comune in Oregon

Nell'estate del 1981 l'esperimento comunitario viene trasferito in America, dove ebbe modo di affermarsi nel mondo occidentale fondando una comune nello stato dell'Oregon (USA) presso il ranch "Big Muddy" ad Antelope. La nuova Comune viene chiamata "Rajneeshpuram ("Essenza di Rajneesh"), è grande ben 65.000 acri, riscuote un grande successo fino ad ingrandirsi alle dimensioni di una piccola cittadina. Dopo un inizio travolgente, nel 1985 l'intolleranza culturale dei residenti locali ma più di tutto una serie di scandali che investirono la sua segretaria e alcuni dei suoi più stretti collaboratori, costrinsero Osho ad allontanarsi dal ranch. Fu poi arrestato e incarcerato in più prigioni fino a che fu espulso dagli Stati Uniti.

Il ritorno a Poona

Ritornò in India e si stabilì nuovamente a Puna. Qui il vecchio ashram divenne la nuova Comune, che ancora oggi, sotto il nuovo nome di Osho International Meditation Resort, riceve persone che vengono da tutto il mondo, fedeli al suo pensiero e alla pratica dei suoi insegnamenti. I libri a lui intitolati, o meglio le trascrizioni dei suoi discorsi, sono centinaia, tradotti e letti in decine di lingue, coerentemente alla persistenza del movimento. Per il suo samadhi, la partenza fisica dal mondo, lasciò la seguente epigrafe: "Osho. Mai nato, mai morto, ha solo visitato questo pianeta Terra dall'11 dicembre 1931 al 19 gennaio 1990". Alla sua morte, dopo un lungo periodo in cui la sua salute era senpre più malferma e di cui lui stesso aveva parlato come conseguenza di un avvelenamento subito in carcere in America, la Comune di Puna, in cui ha sede una "Multiuniversità dell'essere" con programmi e corsi di crescita interiore, restò guidata da un gruppo di 21 persone da lui nominate qualche tempo prima.

La "filosofia" di Osho

Il suo insegnamento è stato considerato da alcuni come un insieme di idee proprie delle filosofie orientali (Induismo, Giainismo, Buddismo Zen, Taoismo) e di alcuni tratti del pensiero occidentale (psicologia junghiana, psicologia umanista, l'antica filosofia greca), del mondo della mistica Sufi e della religione di Zoroastro.

Il sincretismo e i valori proposti

L' originalità dell'opera di Osho in anni di diffuso interesse per la tradizioni spirituali orientali consiste nell'intenzione di adattare i millenari concetti e pratiche della cultura indiana al moderno uomo occidentale. Da questa esigenza nascono gli esercizi di meditazione dinamica introdotti da Osho, elaborati in modo sincretico a partire dagli insegnamenti dello Yoga, del Tantra, ma anche da altre tradizioni non indiane come il Taoismo e il Buddhismo Zen.

Osho afferma che la grazia più grande che possa essere concessa ad un uomo sia l'esperienza dell'illuminazione spirituale. Questa "illuminazione" non può eesere descritta a parole, la mente è inadeguata a comprendere una esperienza che va oltre i dati sensibili. Una definizione può essere questa: E' la comprensione, non razionale, di ogni cosa di cui è fatto l'universo; tuttavia, poichè la mente si lascia distrarre da una molteplicità di fattori non riesce a cogliere la totalità. In particolare, le distrazioni provengono dalle attività umane del pensiero razionale, così come dai vincoli emozionali che ci legano alle aspettative della società, con le conseguenti paure e inibizioni. Per chiarire agli ascoltatori il suo approccio e per dare degli strumenti sistematici al suo metodo di ricerca, Osho estrasse e espose varie filosofie da diverse fonti. Fu un ricercatore molto attivo e prolifico: in innumerevoli discorsi sia nella lingua hindi che in inglese si occupò di varie tradizioni spirituali e religiose, incluse quelle di Buddha, Krishna, Guru Nanak, Gesù, Socrate, dei maestri Zen, del Chassidismo, dei Sufi.

Volle evitare di costruire un "sistema di pensiero" dal momento che, secondo le sue parole, nessuna filosofia può esprimere completamente la verità. Una definizione possibile (anche se probabilmente può essere considerata riduttiva) del suo pensiero potrebbe essere quella di una "filosofia della non-filosofia". Oratore consumato, utilizzò il suo acume psicologico, la vastissima cultura di cui era dotato (aveva letto oltre centomila libri), l'acutissima memoria che lo sorreggeva, per veicolare il messaggio insistendo sul fatto che l'unico scopo per il quale continuava a parlare era quello di convincere gli ascoltatori a guardare finalmente dentro se stessi e contemporaneamente a liberarsi delle abitudini e degli schemi mentali che hanno accompagnato loro per l'intera vita. E per ottenere ciò occorre intraprendere un percorso di meditazione.

Fu spesso erroneamente chiamato il "guru del sesso", dopo che alcuni suoi discorsi della fine degli anni '60 scandalizzarono la parte della società più conservatrice. Questi, che erano il commento di alcuni libri sacri del Tantra, vennero in seguito trascritti e pubblicati sotto il titolo Dal sesso alla supercoscienza. A suo avviso, "per il Tantra tutto è sacro, e nulla è profano", e ogni morale sessualmente repressiva era controproducente dal momento che "non si può trascendere il sesso senza averne avuto un'esperienza completa e consapevole".

La meditazione

Secondo Osho, la meditazione è uno stato che va "oltre la mente", di totale presenza di sè nel quale raggiungere consapevolmente il silenzio interiore. Egli insistette molto sul fatto che la meditazione non può essere spiegata o descritta in modo esaustivo, essendo un'esperienza nella quale la mente ed ogni pensiero logico (quindi anche il linguaggio) vengono trascesi. La pratica della meditazione non comprende quindi necessariamente pensieri spirituali o religiosi, e non è possibile forzarla con un atto di volontà anche se è una disciplina, ma soltanto lasciare che questo stato di "non mente" cioè del guardare la cosa in sè senza dare giudizi di sorta, si manifesti spontaneamente. E' questa la mente del bambino che guarda incantato le meraviglie del mondo; è la mente innocente che si affaccia per la prima volta sull'universo e lo contempla.

Osho partì dal presupposto che l'essere in "meditazione" sia una condizione comune e naturale dell'uomo. Ma, aggiunse, è molto difficile per l'uomo moderno raggiungere tale condizione con le tradizionali tecniche (come sedersi in silenzio semplicemente, a gambe incrociate), poiché egli subisce continuamente tante "distrazioni" e stimoli esterni e la mente è talmente piena di pensieri i quali corrono da una parte e dall'altra che ha perso la capacità di stare immobile e di dedicarsi al proprio ascolto interiore. Per questo motivo individuò alcune tecniche di meditazione attiva' il cui fine essenziale era di calmare la mente per creare quello spazio di silenzio e consapevolezza necessario alla meditazione.

Alcuni di questi esercizi preparatori possono essere ritrovati nelle terapie della moderna psicoterapia occidentale (a.e. la psicoterapia della Gestalt), e consistono nell'alterazione del respiro, nel gibberish (l'esprimersi in un linguaggio sconosciuto), nel piangere o ridere liberamente, nel danzare e muovere il corpo fino a raggiungere lo stato di catarsi, ovvero di crollo delle sovrastrutture mentali e liberazione dalle stesse attraverso un'esplosione emozionale. In questo modo si liberano il corpo e la struttura psico-energetica di tutti quei blocchi emozionali che impediscono la libera espressione di sé nella vita quotidiana.

Le tecniche di meditazione principali proposte da Osho sono chiamate Active Meditations (meditazioni attive) e comprendono le meditazioni: "dinamica", "kundalini", "nadabrahma", "nataraj". Esse si basano sui seguenti presupposti: 1. la concezione di piena identità fra corpo e struttura psichica (ogni emozione repressa o trauma interiorizzato ha un corrispettivo nel corpo fisico); 2. i condizionamenti sociali ed emotivi subiti dall'uomo fin dalla sua prima infanzia, se molto radicati nella propria struttura psicofisica, devono essere eliminati, il che richiede un atto di volontà del praticante.

Osho re-introdusse anche alcune tecniche tradizionali di meditazione, riducendole alla loro più essenziale espressione, astraendole dai rituali e dai formalismi propri, e mantenendone le parti maggiormente "terapeutiche". Inoltre sostenne la teoria per la quale lo stato meditativo può essere raggiunto e mantenuto, con una sufficiente pratica, anche attraverso le azioni quotidiane.

Una illuminazione terrena

Con la pratica continua, senza interruzioni della meditazione, si ottiene, secondo Osho, l'Illuminazione, ovvero uno stato in cui "si è continuamente in uno stato di meditazione".

Osho non predicò mai una fuga dal mondo terreno verso quello spirituale nè contrappose la vita profana alla vita religiosa ma invitò a vivere in maniera "naturale" e consapevole che per lui coincideva con quella sacra. Il percorso che conduce all'Illuminazione consiste quindi nel qualificare, con la massima presenza di sé, ogni atto della vita quotidiana, dal lavoro alla vita di coppia, dal sesso alle relazioni sociali.

Questa concezione di spiritualità, che è consapevolezza immersa nel quotidiano, è quindi in aperta rottura con la tradizionale visione delle più importanti religioni, per le quali i due mondi sono separati: quello dello spirito e quello della materia.

Discorso sulla felicità

Ho sentito queste parole del Buddha una volta che il Signore viveva nelle vicinanze di Savatthi, al monastero di Anathapindika, nel boschetto di Jeta. A notte fonda apparve un deva (angelo) tanto bello e luminoso da fare risplendere l’interbosco. Dopo aver reso ossequio al Buddha, il deva gli porse una domanda in versi:

“Molti dèi e uomini sono ansiosi di sapere Quali siano le azioni benedette che conducono a una vita di pace e felicità. Per favore, vorresti indicarcele?”

Così risposte il Buddha:

“Non frequentare gli stolti, ma vivere in compagnia dei saggi e onorare coloro che ne sono degni. Questa è la più grande felicità.”

“Vivere in un ambiente favorevole, aver piantato semi positivi e rendersi conto di essere sul retto sentiero. Questa è la più grande felicità.”

“Avere la possibilità di imparare e crescere, essere abili nelle professioni e nei mestieri e sapere come praticare la parola amorevole. Questa è la più grande felicità.”

“Essere capaci di offrire sostegno ai propri genitori, avere cura della propria famiglia e fare un lavoro che dia soddisfazione. Questa è la più grande felicità.”

“Vivere in maniera retta, essere generosi, essere capaci di dare sostegno a parenti e amici e vivere una vita irreprensibile. Questa è la più grande felicità.”

“Evitare di commettere cattive azioni, evitare di cedere all’alcol o alle droghe ed essere diligenti nell’agire per il bene. Questa è la più grande felicità.”

“Essere umili e gentili, mostrare gratitudine, essere paghi di una vita semplice e non perdere l’occasione di imparare. Questa è la più grande felicità.”

“Perseverare ed essere aperti ai cambiamenti, avere contatti regolari con monaci e monache partecipare alle discussioni di Dharma (Insegnamento di testi sacri). Questa è la più grande felicità.”

“Vivere nel mondo, con il cuore non turbato dal mondo, liberati dalla sofferenza, in pace. Questa è la più grande felicità.”

“Coloro che realizzano tutto ciò Non saranno mai sconfitti, ovunque vadano Saranno sempre sereni e lontani dal pericolo. Questa è la più grande felicità.”

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